The Last Door, la migliore esperienza lovecraftiana è a 8bit

Oggi torniamo, eccezionalmente, a parlare di videogiochi. Il motivo deriva dal fatto che ci è capitato tra le mani (con qualche anno di ritardo in verità) qualcosa di così speciale e inaspettato da meritarsi ad honorem uno spazio qui dentro.

The Last Door è un’avventura grafica old fashion con meccaniche punta-e-clicca sviluppata dagli spagnoli Game Kitchen (quelli del bellissimo Blasphemous) che ci porta nell’Inghilterra fine 800 in un incredibile viaggio a base di misteriose sparizioni, case abbandonate, paesini sperduti, sette, cospirazioni e, soprattutto, tanta tanta follia.

Sulla trama preferisco non dilungarmi, la scoprirete da soli, mentre riguardo al gameplay bisogna subito dire che la qualità degli enigmi di The Last Door è piuttosto mediocre. Talvolta troppo semplici, talvolta difficili perché illogici, talvolta disonesti (nel senso che il gioco spesso “bara” aggiungendo hotspot o modificando la loro interazione a seconda del vostro progresso nella storia). Insomma siamo ben lontani dagli standard storici made in Lucasarts o del più recente, bellissimo, Thimbleweed Park.
Ma tutto questo non vi deve fermare perché il punto di forza di questa affascinante avventura grafica è tutto nel come riesce a rendere magistralmente le atmosfere, le tinte e il feeling dei racconti del maestro di Providence.

E a proposito di grafica, sicuramente avrete notato la bassissima risoluzione e il suo stile 8bit da primi anni 90, ma se state storcendo il naso pensando “Come diavolo si fa a creare paura e tensione con dei pixel grossi come una casa?” vi dico subito che vi state sbagliando di grosso.

La verità è che non solo The Last Door riesce a coinvolgere ed inquietare, ma, giocandoci, scoprirete che è proprio lo stile 8bit, così sporco e avaro di dettagli a restituire quella sensazione di indefinito e di “sfocato” propria dell’immaginazione che scaturisce quando leggiamo un racconto o ci immergiamo in un gioco di ruolo cartaceo. In poche parole, non solo funziona, ma incredibilmente riesce a riprodurre le nostre amate atmosfere lovecraftiane in modo forse mai così azzeccato.

A tutto questo si aggiunge una colonna sonora (questa non a 8bit) di qualità davvero eccelsa e che potrebbe tranquillamente stare in una serie tv di fascia alta. E ho usato il termine “serie tv” non a caso perché The Last Door è strutturato proprio come una serie: ci sono 2 stagioni divise in 4 episodi l’una. Ogni episodio si apre con un riassunto delle puntate precedenti e con la sua immancabile sigla.

Commento finale:
In questi ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di Lovecraft, di Cthulhu e di Grandi Antichi. Nei videogiochi, nelle serie tv, nei fumetti, ovunque. Ma riuscire a trovare qualcosa di qualità, magari fatto da persone che Lovecraft l’hanno letto sul serio, e che davvero riesca a cogliere ed esprimere l’essenza delle sue opere purtroppo è come trovare un ago in un pagliaio. Penso a serie tv che utilizzano furbescamente il suo richiamo per poi fare robaccia horror di serie B oppure videogame come quelle due mezze ciofeche recensite QUI da Warner nello scorso articolo. La prima incommentabile, la seconda che parte con buone premesse per poi perdersi nel tedio tipico dell’open world e in errori grossolani come mostrarti creature mostruose alla luce del sole, che zampettano per le strade correndoti dietro tipo animali da fattoria. Alla faccia degli “orrori indescrivibili”. Errori classici di chi Lovecraft l’ha conosciuto esclusivamente giocando ai videogiochi e non ha mai preso un libro un mano.
In tutto questo The Last Door (che oltretutto non è un prodotto “ufficiale”, non sentirete parlare di Cthulhu e affini) risulta ineccepibile: le tinte, le atmosfere, il senso di minaccia e di mistero, la cura con cui l’orrore viene svelato quando meno te l’aspetti e tenuto nascosto quando sarebbe prevedibile. Certo, non è perfetto, resta comunque un gioco indie partito da un kickstarter e con tutti i limiti del basso budget ma non vi nascondo, ora avendolo terminato, quanto mi manchi il pensiero di tornare a casa ed infilarmi sul divano, con la copertina, le luci spente ed una tazza di cioccolata, per iniziare un nuovo capitolo.

p.s. la versione recensita è la Complete Edition, che raccoglie entrambe le stagioni di cui la prima graficamente migliorata.

4 risposte a "The Last Door, la migliore esperienza lovecraftiana è a 8bit"

  1. Conte Gracula ottobre 18, 2020 / 1:26 PM

    Bellissimo! Ci ho giocato qualche anno fa e sono d’accordo: ha atmosfera da vendere, complice una colonna sonora che, da sola, vale l’acquisto del gioco e una storia molto bella (con suggestioni anche da Poe, da Chambers, da Machen) e una regia che non si fa castrare dalla grafica a francobolli.

    Al diavolo Erich Zann, è la musica composta da Carlos Viola a essere una cosa fuori dal mondo!

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    • HelenMysteryCafé ottobre 18, 2020 / 3:48 PM

      Ma non solo, io ho notato anche citazioni più moderne a Inland Empire di David Lynch (lo spettacolo teatrale dentro la casa dell’oppio ricorda molto la “sitcom” con i conigli) e a Le Streghe di Salem di Rob Zombie (l’effetto del siero in rosso e nero di cui ho postato l’ultimo screen qui sopra sembra la versione a 8bit dell’incubo finale della protagonista nel film).

      E sì, questo Carlos Viola è davvero un talento straordinario. Ha curato le musiche anche del successivo Blasphemous (che ti consiglio, titolo tra l’altro di ben altra portata rispetto a questo) facendo un capolavoro anche lì.

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    • Conte Gracula ottobre 18, 2020 / 4:05 PM

      Le due opere che citi non le conosco ancora, mentre Blasphemous è nel mirino. Appena ho un po’ di soldi da investire, lo provo 😉

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  2. pennymaster ottobre 19, 2020 / 9:26 am

    Non sono tipo da avventure grafiche, o meglio, lo ero ma mi sono un po’ scocciato della caccia all’hot spot e degli enigmi senza senso, ma in questo caso ho fatto un’eccezione e ne sono felice. E’ un gioco bellissimo e l’atmosfera è perfetta.

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